Lydie Auvray TrioOggi l’incontro con un artista spesso avviene per vie casuali, accidentali, bombardati come siamo daimezzi di comunicazione di massa. Io ho “incontrato” Lydie Auvray grazie alle sue belle foto, presenti da anni in giornali musicali e siti web, solo in un secondo tempo ho associato alle sue immagini la sua musica … e sono rimasto colpito. Ho colto la piena corrispondenza tra il suo volto, la sua espressione corporea, la sua presenza fisica e la sua musica. Classe e semplicità, leggerezza e profondità di spessore musicale ad ogni nota, solarità e nostalgia nello stesso tempo: queste sono alcune caratteristiche tipiche delle grandi stelle del folk o, se preferite, della world music. Queste sono le caratteristiche che spesso sono state esaltate dalla fisarmonica per mezzo dei grandi fisarmonicisti di tutti i tempi, tanto da costituire lo stereotipo dello strumento stesso nel cuore e nella testa della gente. Queste sono le caratteristiche di Lydie Auvray , della sua immagine e della sua musica, del suo essere artista, cantante, fisarmonicista. Lydie Auvray fa cantare la fisarmonica e canta con la fisarmonica: è così che esprime il suo essere e l’essere profondo del suo strumento. Nel suo disco Lydie Auvray Trio (Westpark Music 2009) potrete trovare tutto questo, ovvero ciò che fa sì che la fisarmonica sia così tanto amata ovunque. Nel mondo odierno della fisarmonica, tra grandi virtuosi, grandi insegnanti, strumenti fluorescenti, virtuali, bassi sciolti o bassi … muti, spesso non c’è più il canto. Cosa resta allora dei nostri antichi amori per la fisarmonica, que reste-t-il de nos amours? Sicuramente resta Lydie Auvray. Recensione di Roberto Lucanero |