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C'e'
Un Futuro Per La Fisarmonica? Lettera Aperta Agli Amici Della Fisarmonica Di
Beniamino
Bugiolacchi
Le vostre Osservazioni sono Invitate per la
Pubblicazione. Email a: aww@accordions.com
Mi
sento in dovere ringraziare i responsabili di "accordion worldwide"
per l'opportunità che mi danno per esternare alcune riflessioni riguardanti
il futuro della musica ed in particolare di uno strumento musicale, la fisarmonica,
che, in qualità di direttore del Museo Internazionale della fisarmonica
di Castelfidardo nonché presidente del consorzio dei produttori, ho imparato
a conoscere profondamente e ad apprezzare.
Come
affermava il sociologo Giuseppe de Rita in occasione di un incontro con i produttori
italiani di strumenti musicali, il mondo della musica e quindi dello strumento
musicale: "ha una prospettiva di scenario niente
affatto entusiasmante e concorrono a questa prospettiva fattori diversi. Tra di
essi c'è la diminuzione delle nascite e l'invecchiamento della popolazione
nei paesi industrializzati". |
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Mi permetto soffermare
l'attenzione sull'attuale realtà di alcuni paesi industrializzati innescando
temi che possono fornire alcuni spunti agli operatori di quei paesi, come la Cina,
la Russia ecc. che stanno raggiungendo con successo traguardi di benessere collettivo
fino a ieri impensabili.
La
realtà della musica oggi, nel così detto mondo occidentale, non
è così bassa per maledizione ma perché l'evoluzione di questa
società va fatalmente verso una dimensione per cui la musica non perde
i suoi valori precedenti ma non ne acquista di nuovi. La nostra è una società
che si è imborghesita però non acquisendo la cultura dell'alta borghesia
ma quella del ceto medio. Avevamo una cultura popolare, il popolo amava la musica
e la suonava, il popolo cantava.
La musica è stata un elemento
di caratterizzazione di classe, a partire dai massimi livelli. C'era una voglia
di suonare e di ballare. Cosa c'è oggi? C'è un numeroso ceto medio,
relativamente inerte, che non ha più la capacità di dire quale musica
preferisce, quale linguaggio elabora attraverso di essa, che non sa più
distinguere tra suono e rumore e che sta scivolando verso la nostalgia (per esempio
in Italia attualmente è di gran moda il genere musicale degli anni '60
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Come possiamo difendere le
nostre identità ed inculcare contemporaneamente la mentalità di
custodire e tramandare tutti i valori accumulati? Ed e possibile far coesistere
il principi del mantenimento delle tradizioni con quelli di proiettare quest'ultime
verso il futuro? E' un problema, penso, che tutte le nazioni del mondo si stiano
ponendo e che provino a volte a risolvere.
E' logico che non possiamo
chiuderci nelle nostre convinzioni e non confrontarci con una tecnologia che sta
avanzando in modo spaventosamente veloce e supportata dal potere dei mass media.
Entriamo dunque, per concludere le nostre riflessioni, nel mondo dello strumento
musicale fisarmonica, un mondo al quale sono molto affezionato non solo perché
sono nato nella culla della fisarmonica italiana, Castelfidardo, ma anche perché
in quarant'anni di collaborazioni con tanti festival, concorsi musicali e con
consorzi di produttori, credo di aver acquisito una conoscenza abbastanza profonda. |
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E' uno strumento, il
nostro, nato per la musica popolare e che solo in questi ultimi quarant'anni si
è inserito con umiltà, ma con diritto, anche nell'ambito della musica
"colta" conquistando cattedre d'insegnamento in prestigiosi conservatori
di tutto il mondo.
In centocinquanta anni di storia ha dovuto sempre lottare
per imporre la sua personalità combattendo con i continui cambiamenti del
gusto musicale in voga. Nella metà del secolo scorso poi la conquista della
musica ritmica nel modo di "creare musica" da parte dei giovani ha notevolmente
ridotto il consenso verso la musica melodica relegando di fatto lo strumento in
un ambito musicale alquanto ristretto. |
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Solo grazie ad alcuni
nostri valenti musicisti che hanno rivolto le loro attenzioni al mondo del Jazz,
ad altri che hanno fatto apprezzare la musica di Astor Piazzola ed altri ancora
che hanno riscoperto la musica popolare, la fisarmonica ha retto alla strapotenza
multimediale della tastiera, della chitarra e delle percussioni. E' certo comunque
che la fisarmonica potrebbe ritornare ad avere uno spazio importante nell'ambito
musicale se tutti insieme adottassimo una metodologia di lavoro efficace e credibile.
Secondo
la mia opinione tre sono i punti sui quali lavorare: l'immagine dello strumento,
l'inserimento in altre realtà musicali e la didattica da proporre alle
istituzioni scolastiche. Per
quanto concerne l'immagine è giunto il momento di ripensare al metodo di
organizzare i vari concorsi. |
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Non
è più pensabile considerare il concorrente "un numero"
da inserire in una ipotetica graduatoria il più delle volte concordata
da una giuria a volte incompetente ed ancorata al volere della azienda sponsorizzatrice.
Il giovane ha bisogno di essere aiutato, spronato a migliorare le sue capacità,
ad affrontare la sfida con il pubblico davanti a lui, lasciandolo libero di esprimersi
con pagine musicali che lui ama e non con pezzi d'obbligo a volte astrusi ed incomprensibili.
I giovani d'oggi prediligono lo stare insieme, condividere le emozioni con i coetanei,
inventare. Non è più possibile dunque insistere nel proporre il
"fisarmonicista solista" dall'immagine statica, quando gli schermi televisivi
hanno abituato lo spettatore ed immagini essenziali ed in continuo movimento.
Creare musica unitamente ad altri strumenti non solo accresce l'immagine della
fisarmonica ma aiuta sensibilmente alla predisposizione al dialogo, al lavoro
d'equipe e ad uscire finalmente da quel "ghetto" che molti musicisti
e musicofili hanno da tempo relegato lo strumento a noi tanto caro. |
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Occorre
inoltre ripensare la didattica d'insegnamento e da dove iniziare l'insegnamento
stesso. Il bambino
sta diventando sempre più teledipendente. La musica che gli viene inculcata
dagli schermi televisivi e dai CD è lontana anni luce da quella che il
comune insegnante di fisarmonica gli propone fin dal primo impatto.
Come
può il bambino capire tutto ciò? E come può essere affascinato
da uno strumento che non "sente" come gioco ma come un proseguimento
delle normali lezioni scolastiche? Non sarà certo cosa blasfema insegnare
loro a suonare subito la musica dei Beatles o dei loro idoli musicali e magari
arrivare a Scarlatti, alla musica contemporanea e a quella della propria tradizione
quando il giovane ha preso conoscenza dello strumento vedendolo come suo compagno
d'avventura e di gioco. |
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