Il ruolo di Castelfidardo nello sviluppo della Fisarmonica

(Eugenia Marini - Relazione all'Università di Perugia, 1996)

Castelfidardo da quel lontano 1863, quando casualmente è venuta a contatto con quel pellegrino austriaco diretto al Santuario di Loreto recante con sé quel piccolo organetto che poi, attraverso le mani abili di un artigiano locale, Paolo Soprani, doveva diventare la fisarmonica attuale, non ha mai potuto scindere il suo nome da quello della fisarmonica: E', come si suol dire, "condannata" a legare la sua immagine nel mondo, alla fisarmonica, come Recanati è condannata a legare il suo nome a quello di Leopardi. Ora la produzione di fisarmoniche non è più sicuramente dominante nell'economia castelfidardense, almeno non quanto lo era nel passato, rimanendo affidata tale produzione a piccoli e medi laboratori artigiani che però hanno garantito la continuità di una tradizione, di un sapere; questo ha permesso, nonostante la concorrenza emergente di costruttori stranieri, di rappresentare il punto di riferimento internazionale della produzione di fisarmoniche e, per quanto riguarda la produzione di strumenti di qualità, di essere considerata la prima in assoluto nel mondo. Non esiste concertista nel mondo - le eccezioni si possono contare sulle dita di una mano - che suoni su uno strumento non prodotto a Castelfidardo.

Ma proprio le alterne vicissitudini dello strumento e la sua travagliata evoluzione hanno costituito la spinta, per coloro che si sono trovati alla guida politico-amministrativa della città di Castelfidardo, ad operare non solo a sostegno dell'attività produttiva locale, ma a pensare tale attività produttiva collegata inevitabilmente ad un miglioramento della sua immagine musicale e artistica . Ciò per evitare che uno strumento giovane, ancora non del tutto emancipato culturalmente, ancora parzialmente riconosciuto ed accettato nel mondo musicale istituzionale, potesse continuare a risentire e a soffrire del passaggio più o meno effimero di mode o di trends, con la conseguente alternanza di boom produttivi e di pericolose stagnazioni.

Castelfidardo si è resa conto che era necessario creare tutte quelle condizioni per favorire l'emancipazione a livello artistico di uno strumento che era considerato solo capace, almeno fino ad epoche non troppo lontane, più di rinsaldare un contatto umano che di esercitare un'influenza artistica.

Questa svolta significativa del modo di concepire il rapporto tra l'aspetto produttivo e l'aspetto musicale dello strumento è avvenuta più o meno negli anni '80. Castelfidardo era già a quel tempo la sede dove si svolgevano manifestazioni importanti quali il Concorso Internazionale, rassegne varie, concerti promozionali; il tutto però con una visione ancorata a sviluppare la fisarmonica nel mondo dei fisarmonicisti, e non a proiettare la sua immagine all'esterno. Nel passato una tale politica spesso aveva pagato comunque, senza causare alcuna penalizzazione in termini produttivi. Ma i tempi erano cambiati per non capire che la ghettizzazione dello strumento andava urgentemente rimossa e che quel circolo terribilmente chiuso, che vedeva il fisarmonicista a contatto esclusivamente con il suo club o scuola, andava spezzato.

Nel 1983 Castelfidardo organizzava un convegno a Roma dove invitava direttori di conservatorio italiani e musicisti di prestigio; tale convegno vedeva anche la partecipazione dell'allora Ministro della Pubblica Istruzione Falcucci. Veniva posto perentoriamente il problema dell'inserimento della fisarmonica nei Conservatori italiani, producendo un'ampia relazione sull'evoluzione che lo strumento aveva avuto negli ultimi decenni e sulla situazione degli studi musicali negli altri paesi. Da questo Convegno erano emersi gli obiettivi da raggiungere per meritare quell'ambizioso traguardo: andava allargata la produzione di letteratura originale per lo strumento, andava migliorata la produzione di letteratura pedagogica, doveva maturare e migliorare il rapporto con il mondo musicale extra-fisarmonicistico. Si doveva in poche parole favorire il passaggio dall'essere fisarmonicista all'essere musicista e artista.

Castelfidardo si è messa subito all'opera per andare in quella direzione. Il Concorso Internazionale ha incominciato a vedere in giuria personalità non solo appartenenti al mondo della fisarmonica: direttori di conservatorio, critici musicali, musicologi, concertisti di fama, direttori d'orchestra. E dobbiamo dire, ad onore del vero, che uno spunto molto significativo Castelfidardo l'ha tratto da quel Concorso Nazionale che nei primi anni '80 si svolgeva a Foligno e che era intitolato al compianto fisarmonicista e compositore Luciano Fancelli, la prima esperienza che vedeva coinvolti attorno alla fisarmonica musicisti di diversa estrazione musicale, grazie alla spinta propulsiva che in quegli anni proveniva da un ANIF (Associazione Nazionale Insegnanti di Fisarmonica) molto attiva.

Dopo un leggero shock iniziale che ha attraversato il mondo fisarmonicistico, la manifestazione di Castelfidardo ha visto la partecipazione di un numero sempre più elevato di concorrenti provenienti da moltissimi paesi stranieri, oltre che di qualificatissimi concorrenti italiani che in non poche occasioni si sono imposti. Il ponte era stato gettato e da qui, grazie alle impressioni del tutto entusiastiche che i nostri musicisti ospiti avevano tratto in merito alle enormi potenzialità dello strumento, sono scaturiti molteplici interventi atti a mettere in rilievo la fisarmonica, quali concerti presso prestigiose istituzioni concertistiche, trasmissioni radiofoniche e televisive, recensioni su giornali specializzati, ecc.

Ma il concorso organizzato da Castelfidardo doveva diventare solo uno dei tanti tasselli, anche se tra i più rilevanti, composti da Castelfidardo in favore dell'immagine musicale e artistica dello strumento . Visto e preso atto che molte realtà straniere già avevano da tempo consolidato un rapporto proficuo col loro mondo musicale più avanzato, si è studiata la realtà internazionele stabilendo rapporti con prestigiose istituzioni europee ed americane. Siamo andati a vedere come si lavora all'Accademia Chopin di Varsavia dove nel 1991 si celebravano i 30 anni dell'istituzione della cattedra di fisarmonica negli studi accademici.

Siamo andati in Finlandia, terra fertile di straordinari compositori di musica d'avanguardia per fisarmonica e sede di numerosi festivals di musica contemporanea che ospitano prime esecuzioni fisarmonicistiche; ci siamo messi in contatto con l'International Accordion Society, una prestigiosa associazione che vedeva riuniti i più prestigiosi fisarmonicisti a livello mondiale e che a capo vedeva il compianto Mogens Ellegaard, un vero padre della fisarmonica contemporanea, docente alla Royal Danish Academy di Copenhagen, musicista per il quale più di 100 compositori di tutti i paesi hanno scritto; siamo andati a conoscere la realtà canadese in cui opera Joseph Macerollo, un fisarmonicista a stretto contatto con le avanguardie più significative della musica contemporanea americana. Nella stessa Castelfidardo sono poi stati organizzati alcuni meetings della International Accordion Society.

Gli anni '90 sono stati per Castelfidardo una grande fucina di iniziative a favore dell'immagine della fisarmonica. Si è istituito un Premio per Composizioni di Letteratura Pedagogica, anche grazie alla sponsorizzazione della ditta Cemex, premio che ha visto una larga partecipazione di autori italiani ed esteri e che ha allargato la visuale pedagogica con composizioni e studi più adatti a una moderna concezione didattica e più consoni all'attuale conformazione dello strumento.
Si è organizzato un Congresso Internazionale sulla Standardizzazione sviluppatosi attraverso tre sessioni: nel 1992, 1994, 1995 e che ha portato al concepimento di una famiglia di strumenti abbastanza assimilabile a quella degli archi. Si trattava di sviluppare l'idea che alcuni principi costruttivi fondamentali dovessero accompagnare lo studente di fisarmonica dai primi passi fino al concertismo attraverso strumenti che, in scala appropriata, avessero alcune caratteristiche comuni. La portata dei risultati di questo congresso già ora la si può individuare nell'omologazione di alcune caratteristiche costruttive, ma sarà comunque nel futuro che tali risultati si proietteranno dando un notevole contributo alla razionalizzazione principalmente degli strumenti da studio.

Castelfidardo ha favorito l'istituzione dell ' Associazione Italiana di Fisarmonica Classica (AIFC) e ne ospita la sede; è un'Associazione che lavora in stretto contatto con il Museo della Fisarmonica e con le realtà internazionali più qualificate; il notiziario di informazione musicale edito dalla stessa ha rappresentato e rappresenta uno strumento efficacissimo di cultura musicale, indirizzata non solo alla fisarmonica contemporanea, ma anche al jazz, al folk, alla didattica.

Il Premio Piazzolla, giunto quest'anno alla sua terza edizione, è un esempio lampante di significativo connubio tra la fisarmonica e gli altri strumenti. L'estrema versatilità della musica del grande compositore argentino che permette accostamenti strumentali tra i più vari, ha portato a Castelfidardo formazioni cameristiche di ogni genere e di ogni paese ed è stato sicuramente uno degli strumenti più efficaci per favorire l'uscita dei fisarmonicisti dal proprio ghetto.

Resasi conto del divario esistente tra la letteratura originale per fisarmonica di produzione italiana e quella originale di produzione straniera, Castelfidardo si è preoccupata di contribuire a colmare il grave gap esistente. Dagli anni '50/60 risultava infatti completamente stagnante l'interesse dei compositori nei confronti della fisarmonica, se si esclude qualche sporadico interesse manifestato da parte di alcuni compositori ruotanti attorno a Salvatore di Gesualdo. L'avvicinamento attraverso il Concorso Internazionale di prestigiosi compositori che si alternavano nelle giurie già aveva spianato il terreno verso un costruttivo rapporto con essi; negli ultimi anni abbiamo avuto nomi prestigiosi che hanno scritto per lo strumento; ne citiamo alcuni: Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Sergio Rendine, Franco Mannino, Davide Anzaghi, Sergio Calligaris oltre ad alcuni giovani e promettenti leve della composizione italiana quali Davide Remigio, Paolo di Cioccio, Patrizio Esposito

Centro quindi di produzione musicale Castelfidardo, e non solo centro di produzione di strumenti. Durante il Premio "Citta di Castelfidardo" in ogni angolo della città si fa musica, dal classico, al jazz, al folk, al rock. Strumento quindi di grande appeal anche per i giovani: ai grandi nomi del concertismo internazionale si sono avvicendati negli appuntamenti musicali castelfidardensi anche esponenti di spicco provenienti dalle più disparate esperienze artistiche: citiamo i jazzisti Gianni Coscia, Richard Galliano, Antonello Salis, Frank Marocco, Art van Damme, poi il giapponese Kobayashi e il suo gruppo di giovane musica giapponese oscillante tra il jazz e il rock, il brasiliano Osvaldinho, l'orchestra di musica popolare di Sparagna, e tanti altri.

Crediamo, senza apparire immodesti, di poter dire che un contributo significativo Castelfidardo l'abbia dato in favore di un'immagine artistico-musicale seria e qualificata della fisarmonica. Anche l'ambiente manifatturiero sta andando in questa direzione: ora il grande concertista viene a Castelfidardo a dare consigli tecnici ai produttori in funzione di esigenze musicali e di raffinatezze interpretative che richiedono uno strumento sempre più professionale. Il fisarmonicista ora non è più solo "suonatore" come ancora oggi si usa dire nel gergo castelfidardense dei produttori di fisarmonica, è artista che abbraccia uno strumento da cui trarre musica e con il quale affrontare il pubblico e la critica più esigente. In questa trasformazione da "suonatore" a "musicista", in questa evoluzione del suo ruolo e della sua cultura, Castelfidardo ha giocato un ruolo importante, ruolo che le viene riconosciuto ormai anche in quegli ambienti internazionali più diffidenti . Il passare dalla fase dello "spielen" alla fase del "denken" ha portato ormai la fisarmonica italiana a livelli che non hanno nulla da invidiare a quelli internazionali.

Confidiamo che in futuro si possa ancora lavorare per colmare le residue lacune; confidiamo anche che quel concorso di Foligno intitolato al vostro conterraneo Luciano Fancelli e che è stato nostro ispiratore per una concezione più matura della fisarmonica italiana , possa rinascere e, insieme a quello di Castelfidardo, possa rimanere una pietra miliare nella storia della fisarmonica italiana.

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