L'ULTIMO NEO: LA CACOFONIA
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dialogo con una fisarmonica
(Eugenia Marini, "Fisarmoniae" Luglio Agosto 1999)
(La fisarmonica parla un po' ripiegata su se stessa, molto amareggiata)
- Certo che quest'ultimo affronto non me lo sarei mai aspettato. Ora che posso suonare, che vengo accettata in po' dappertutto e mi viene riconosciuta la mia capacità di fare musica, che mi vengano a dire che il termine fisarmonica risulti "cacofonico" e cerchino di evitare in tutti i modi di usare il mio nome di battesimo, è duro da digerire.
- Capisco il tuo sconforto ma, se questo ti può rasserenare, ti voglio anche portare delle motivazioni, perché nulla succede per caso, siamo noi che ci profiliamo la nostra strada, che ci costruiamo le nostre referenze! E' vero che molto è cambiato nell'atteggiamento del mondo musicale nei tuoi confronti e che molte porte si sono aperte. Ma tu sai anche che non c'è niente di più difficile da cancellare che una cattiva reputazione.
- Ma mi vuoi dire che cosa ho fatto di male per godere di una tale cattiva reputazione?
- Andiamo per gradi! Innanzi tutto io sono ancora più compiaciuta di te della parziale accettazione di cui ora godi e che mi permettere di vivere suonandoti. Anch'io ci ho sofferto, sai? Ti ricordi di tutte le umiliazioni che subivamo, intestardite come eravamo io e te, a voler fare i concerti nei posti seri? Ti ricorderai tanti anni fa, quando dovevo suonare quella parte che quel buon cuore di Roberto Hazon aveva riservato a te nella sua opera buffa, quel direttore d'orchestra (il famoso Maestro Mario Gusella) che mi chiamò nel suo camerino per provarmela da cima a fondo, perché "di solito i fisarmonicisti non conoscono la musica"? Passata indenne attraverso questa maligna verifica delle mie capacità, non feci in tempo a rilassarmi che, appena entrata in orchestra, lui dal podio con aria scocciata, dice "cari professori, purtroppo in quest'opera abbiamo bisogno di una fisarmonica".

Ti ricorderai quando ad uno dei miei primi concerti da solista, prima di incominciare il mio programma (rigorosamente classico) si è alzato quel buzzurro invitandomi a suonare una bella mazurca? E ti ricorderai anche quando io ebbi l'ardire di proporre un mio concerto ad un'istituzione concertistica di Lecco, il presidente mi rispose con una risata sarcastica "No, ci mancherebbe altro! Noi qui facciamo concerti seri, sa! La fisarmonica è lo strumento dei muratori !" E poi senza andare troppo lontano nel tempo, hai ancora nelle orecchie le parole di Milva nei tuoi confronti in Sala Verdi a Milano!

- (con uno sbuffo di mantice) Certo che me le ricordo. "Eugenia, per favore, suoni tutto con il bandoneon, in un posto prestigioso come questo non si può suonare la fisarmonica! Non siamo in una balera" . Chi non si ricorda di tutte le pedate che abbiamo preso, peggio che se fossimo state due cani in chiesa. Certo potresti scrivere pagine e pagine di queste umiliazioni, ma ti prego, non ...
agitare troppo il coltello nella piaga! dedicata ad uno strumento più nobile. Mi hai negato il tuo sguardo, non mi hai più toccato, tu eri diventata una violoncellista, e ti pavoneggiavi

- mi pare ancora di sentirti - quando dicevi "io sono una violoncellista". Non puoi comunque negare che oggi tu vivi grazie a me, vivaddio!
- Sì è vero, quella del violoncello è stata una parentesi nello stesso tempo affascinante e necessaria, ora mi sento e sono fisarmonicista, molto più di quanto lo fossi stata prima di relegarti in un armadio (segregazione di cui ora ti chiedo vivamente scusa); ora il pubblico dei concerti è più disponibile che nel passato alla novità ed è, dal punto di vista musicale, più aperto, non mancano molte occasioni di lavoro, ma ti sarai resa conto che molto spesso la tua presenza crea dubbi, diffidenza.
Io molte volte non te lo dico per non umiliarti, ma se tu sapessi quante volte mi chiedono di suonare solo il bandoneon, quante volte mi chiedono se non possono scrivere sui programmi un termine diverso e sinonimo, del resto li hai visti anche tu alcuni miei programmi con scritto "accordion" o "bandoneon". E l'hai sentito anche tu quel fisarmonicista russo del gruppo Kletzmer di Ovadia che, prima del concerto, ha tenuto a precisare al pubblico che lo strumento che suonava (una normalissima fisarmonica cromatica uguale a te) non era una fisarmonica, bensì un bajan. Si arriva addirittura a negare che tu sia una fisarmonica; e ci hanno creduto tutti, anche il recensore del giornale che poi l'ha riportato fedelmente sul giornale. E ti voglio confessare - e so che questo ti farà soffrire - che se ti ho suonato alla Filarmonica di Colonia, al Regio di Torino, alla Musikhalle di Amburgo, alla Tonhalle di Monaco , è stato grazie al fatto che il programma era annunciato eseguito con il bandoneon (vedi locandina, sopra), mentre io ci ho ritagliato una bella fetta eseguita con la fisarmonica, e qualche critico non se ne è nemmeno accorto(vedi sotto)!
(emettendo un 'SI' ansimante nel riporla sul tavolo)
- Ma vorrei sapere cosa c'è nel termine "fisarmonica" che suona male, che è cacofonico, per volerlo dissimulare? In fin dei conti è lo strumento che, fra tutti, ha il nome più bello: SOFFIO ARMONICO. Ora non dirmi che questo è cacofonico! Allora cosa dire del fagotto, del tuba, dell'organo (quest'ultimo si presta inoltre a sottintesi non del tutto .... candidi) eppure nessuno si trova in imbarazzo a dire io suono l'organo, oppure io suono il fagotto. Ma lo stesso bandoneon, questo sì sarà più cacofonico! Vuoi mettere con "soffio armonico"? Eppure questo strumento viene accettato con meno imbarazzo di quanto si accetti me! E se, come avete proclamato per anni voi fisarmonicisti, la mia origine popolare è all'origine delle mie disavventure, mi sai dire che cos'ha di meno popolare di me il bandoneon?
Tu sei altrettanto genuina? Sei altrettanto squisitamente e genuinamente popolare (quando uno infatti non è nobile, l'unica speranza che gli rimane è di essere giudicato veramente popolare)? Nel tuo respiro c'è esclusivamente l'anelito a comunicare emozioni ancestrali, o magari prevale il bisogno di imbellettarsi per apparire ciò che non sei, a gonfiarti perché tutti si accorgano che tu hai bisogno di respirare? Vedi, i complessi di inferiorità hanno sempre reso dei gran brutti servigi all'umanità. E direi che quel maledetto complesso di inferiorità di cui hai sempre sofferto ha generato quello che è il tuo neo più significativo: LA TUA VOCAZIONE ALL'IPERTROFIA. Troppo di quello che è stato fatto con il tuo nome, soffre di questa vocazione.

- Spiegati meglio!

- tu sai che un corpo è ipertrofico o perché è malato, o perché è stato artificiosamente reso tale. Tu non sai come potrebbe essere quel corpo al suo stato naturale, voglio dire che, essendo stata tu ipertrofizzata, nessuno sa in realtà come sei tu esattamente, in poche parole non si sa bene chi sei. Ed è normale che si diffidi di ciò che non è ben chiaro. Vedi, tu effettivamente presentavi delle lacune dal punto di vista costruttivo che ti impedivano di realizzarti in tutte le tue potenzialità. Insomma quegli accordi fissi dei bassi risultavano un po' anacronistici alla fine del secondo millennio, anche se è vero che con essi si poteva eseguire della buona musica; il bisogno del tutto legittimo e stimolante di eseguire molte pagine dei classici doveva inevitabilmente condurre ad una correzione della tua tastiera sinistra. Tu avevi bisogno solo di alcuni ritocchi ulteriori che dovevano unicamente potenziare le capacità che già avevi, per esempio qualche miglioramento nell'equilibrio delle due tastiere, nella pastosità e qualità delle voci (ogni strumento serio cerca solo di migliorare nel tempo la sua voce).

Invece ti è stata fatta una cura da cavallo di anabolizzanti e tutto è proceduto per iperbole; il bisogno di recuperare il tempo perduto si è tramutato in tanta immodestia da rasentare la follia. E la tua storia recente (intendo dire quella degli ultimi 50 anni) è tutta costellata di ipertrofismi, di smanie di grandezza, che sono esattamente tanto più controproducenti (e intollerabili) per uno strumento che vanta un'anima popolare (che di solito poggia su capisaldi ben solidificati). Non avevi ancora tolto i denti da latte che, invece di entrare guardinga in quel misterioso mondo che è la musica, ti hanno messo nel mantice pezzi sinfonici di difficoltà immane; chi ti suonava doveva strabiliare il pubblico con i suoi virtuosismi. Certo non c'era a quei tempi granché da suonare e non tutti potevano aspettare l'occasione di suonare la Kammermusik di Hindemith. Inoltre i classici del passato scritti per strumento da tasto erano impossibili da suonare per la mancanza delle altezze reali alla tastiera sinistra.

Musica buona volendo, la si poteva trovare, ma era di fattura più discreta e non aveva il potere di strabiliare. Un po' di gasatura, nella fase adolescenziale, è del tutto innocente e fisiologica. Il guaio è quando la gasatura continua anche da adulti, perché è proprio da adulta che è arrivato all'apice il tuo ipertrofismo. Nei concorsi si è cominciato ad eseguire un repertorio mostruoso, composto di brani di fattura straniera che nessuno capiva, ma che erano carichi di effetti e di acrobazie, non sempre finalizzati a ricavare buona musica. Certo tu avevi bisogno di repertorio moderno perchè, come scrive quell'ottimo fisarmonicista che è Stephan Hussong, la tua letteratura - fino agli anni '90 - era arretrata di almeno 30 anni rispetto alla scrittura musicale del suo tempo. Il guaio è che una grossa parte di quanto veniva scritto era solo ipertrofico (nella durata, nell'ammasso di note, negli effetti, nella ricerca del sensazionale) e non era musicale e tanto meno moderno (anche se va riconosciuta una certa validità dal punto di vista didattico). Molta di questa letteratura non poteva essere proposta in nessuna sala da concerto occidentale senza provocare un'uscita prematura del pubblico dalla sala. Non c'era tempo per godere ed approfondire il senso estetico-musicale di un brano e non c'era spazio per la semplicità, per il dialogo interiore con la musica (requisito delle grandi composizioni). Il fisarmonicista ha sempre avuto poco tempo per chiudere gli occhi e meditare su poche note, per capire il loro senso quando diventavano tante, perché a lui veniva sempre chiesto di strabiliare, di "dimostrare" la sua bravura (Dio, quando finiranno i tempi delle dimostrazioni??)

- Beh, comunque i funamboli sono sempre esistiti. Pensa al violino di Paganini!

- E' vero, però non è che si siano triplicate le corde del violino per permettere a Paganini le sue acrobazie. Questo è successo invece con la fisarmonica. Si è cominciato ad aggiungere tasti, poi non bastavano i tasti, si sono aggiunti i registri. Poi è arrivata la moda di suonare le grandi fughe classiche, ma con sole due mani era impossibile eseguire le note del pedale, allora ti hanno potenziato i bassi , aggiungendo altre due voci con il risultato che ti si consuma l'aria prima ancora che la nota abbia esaurito il suo significato musicale; poi non era possibile tenere il pedale ed eseguire contemporaneamente altre 4 voci, allora si è aggiunto il marchingegno per tenere giù le note di pedale liberando le due mani. Poi il registro "organo" assomigliava poco all'organo, allora si sono aggiunti gli armonici (il cosiddetto registro della "dodicesima"); e altre nefandezze simili!! Estremizzare, iperbolizzare sempre.
La musica strumentale, di diretta derivazione dalla voce umana, non ama gli estremi, o li usa solo raramente per gli effetti speciali, altrimenti sarebbe tutta un'eccezione, un effetto, e niente sostanza. Quando nel mondo musicale qualificato si parla di fisarmonica, i due nomi che vengono citati immediatamante e riconosciuti come grandi interpreti, sono Galliano e Piazzolla (anche se quest'ultimo impropriamente). Ebbene entrambi suonano - o hanno suonato nel caso del compianto Piazzolla - due strumenti di normalissima estensione, senza alcuna ricerca di estremizzazioni, di effetti speciali, e la loro arte non ne soffre, perché c'è genio, fantasia, intelligenza. Quando suonano non vogliono dimostrare alcunché, suonano e basta.
Tu cara fisarmonica hai voluto DIVENTARE UN'EFFETTO SPECIALE prima ancora di passare attraverso la tua squisita e fantastica normalità.
Anche il linguaggio, il lessico che ti accompagna, è carico di iperbole, di vocazione al sensazionale. Vedi molti fisarmonicisti, a tutt'oggi, scrivono "virtuoso" sui programmi, anticipano cioé le loro capacitè ancora prima di esibirsi.
Non hai mai pensato quanto sarebbe ridicolo leggere su una locandina
appesa all'ingresso del Teatro alla Scala :......................

Ti ricordi il detto "beato quel paese che non ha bisogno di eroi"? Andrebbe esteso agli strumenti "beato quello strumento che non ha bisogno di virtuosi".
Hai mai pensato quanto sia ridicolo il termine: campione del mondo di fisarmonica?
E' disastroso l'effetto che deriva alla tua immagine da certe ridicolaggini. Nei curricula leggiamo inoltre che esiste anche un VICE-CAMPIONE DEL MONDO, che esiste un vincitore di premio speciale per l'uso dei bassi.
- Ah, ah, sarebbe un po' come se venisse premiato un violinista per l'uso dell'archetto! Divertente!
- Divertente mica tanto, perché queste ridicolaggini girano nel mondo musicale e ti costruiscono attorno un alone di inaffidabilità molto difficile da scrollarsi. Purtroppo anche quello che doveva rappresentare l'atto più alto della nostra presunta maturità musicale, l'entrata nei conservatori, non ha fatto altre che reiterare la solita vocazione all'ipertrofia. Tu lo sai quale è stata la filosofia che ha animato gli stesori degli attuali programmi? "Dobbiamo dimostrare (e daglie) a tutti che chi studia la tanto bistrattata fisarmonica è più preparato, più colto degli altri strumentisti" (il perché noi dovremmo essere più bravi degli altri nessuno l'ha mai capito). Ed ecco l'aspirante fisarmonicista costretto a suonare il pianoforte QUASI come un pianista, costretto a leggere la partitura QUASI come un direttore d'orchestra, costretto a sapere di composizione QUASI come un compositore. Peccato che poi scopra di SUONARE LA FISARMONICA QUASI COME UN FISARMONICISTA!
Nessun altro strumento, tra quelli recentemente portati agli onori delle cattedre conservatoriali, vi è mai entrato con tanta alterigia. "Mentalità da contadina", mi disse una volta uno dei fautori di questo programma! Lo ringraziai perché risulta meno cacofonico di "vincitore del campionato mondiale".
- Ma non ti sembra di essere troppo semplicista nell'attribuire a queste situazioni gran parte delle nostre difficoltà?
- Vedi, le dissertazioni sociologiche, musicali, tecnico-scientifiche le lascio fare ad altri, da buona contadina. Io so soltanto che, se quando ti nomino noto un senso di diffidenza, addirittura di repulsione, non credo sia dovuto al fatto che all'interlocutore venga in mente che non sei affidabile perché Berio ha scritto per te solo negli anni '90, o che sei entrata in Conservatorio da poco più che un decennio.
No, diffidano perché non sanno esattamente chi siamo. E' un po' come quando ti viene presentata una donna dal profilo morale un po' .... incerto, : non è che vai a controllare se ha fatto l'università, diffidi e basta Io credo che quando l'epoca delle dimostrazioni sarà finalmente terminata, quando si penserà ad "eutrofizzarti" , allora si farà più cultura e meno ... culturismo. Saranno finite per fortuna tutte le tavole rotonde e noi fisarmonicisti diventeremo dei normali musicisti, più o meno bravi, come tutti gli altri.
Tu potrai allora pronunciare il tuo nome FISARMONICA, ovvero SOFFIO ARMONICO, senza vergognarti.

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